A Natale raccontiamo e celebriamo la venuta al mondo di Dio, che nascendo in carne e ossa si fa vedere e toccare, ci mostra concretamente il suo volto. Come i pastori duemila anni fa, ci mettiamo in cammino per conoscere il Dio che viene a salvarci. “Troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia” (Lc 2,12b), hanno annunciato gli angeli. Proprio così… E i pastori – uomini e donne marginali, periferici, esclusi dalla società – per primi hanno riconosciuto Dio in un bambino fragile e povero, nato come loro al riparo di una stalla, perché davanti a Lui si sono sentiti straordinariamente ricchi, amati, privilegiati. Davanti a quel neonato indifeso, fragile, bisognoso, i pastori – rinati con Lui alla dignità di figli e figlie – si sono scoperti depositari e custodi non solo di pecore, ma della vita stessa donata da Dio.

Prendiamo in braccio il bambino che ci è affidato, anche se è già cresciuto, e ascoltiamo il suo pianto! Forse ha fame di pane e di amore, forse è stanco per il lungo viaggio, forse ha freddo nei suoi panni consumati, forse ha paura della prossima bomba, forse nel buio ha smarrito la strada, forse la vita lo ha ferito… Non cerchiamo lontano un Dio invisibile, che è qui vicino in carne e ossa. Abbiamo bisogno del suo sorriso.

Facciamo dei nostri Oratori realtà e abbracci dove fratelli e sorelle, piccoli e grandi, ritrovano il sorriso e ci scaldano il cuore. Buon Natale!

don Matteo Zorzanello – Presidente Noi Vicenza APS

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