CHE CIRCOLI SAREMO FRA 10 ANNI?
Quale futuro e quale spazio per Noi Associazione nelle nostre parrocchie e diocesi?
Molte volte ci chiediamo quale sia il senso di una associazione che si occupa di Oratori, di formazione, di animazione… non bastano i parroci e i volontari che già ci sono? Perché andare a complicarsi la vita con ulteriori sovrastrutture? E poi, soprattutto, la tessera…
Non è la prima volta che cerchiamo di dare risposte a domande come questa che ricorrono spesso e volentieri nei nostri Oratori, consigli pastorali, canoniche e anche uffici diocesani.
Al di là di quella che può sembrare una difesa di ufficio di una associazione rispetto a un’altra, credo occorra allargare gli orizzonti e cercare di dare uno sguardo più ampio alla vita della nostra Chiesa e del mondo.
Guardando alla nostra Chiesa locale vediamo come sia importante per le nostre parrocchie investire nella formazione di laici, preparati e corresponsabili, non solo nella gestione degli spazi ma anche nel pensare il futuro della parrocchia stessa. In questi anni siamo giunti a rivoluzionare completamente il percorso catechistico dei nostri ragazzi, un cammino che chiede la presenza di una comunità adulta e testimone. Allo stesso tempo ci accorgiamo che è venuta meno una “presenza” pacifica e “popolare” da parte di adulti, giovani e ragazzi nelle celebrazioni e liturgie delle parrocchie, mentre quando ci sono proposte educative, sportive e culturali serie rimane ancora un interesse spiccato. Allo stesso tempo le competenze in ambito anche ecclesiastico da parte dei laici crescono e diventano non più una questione di pochi ma una presenza significativa ormai dappertutto. Viviamo spesso, invece, ancora in una situazione dove i preti prendono tutte le decisioni e responsabilità, oppure vengono delegati in toto da una comunità che non sa diventare protagonista della propria vita e si aspetta di essere seguita e guidata passivamente, senza essere corresponsabile in alcun modo. Questa “dipendenza” dalla figura del parroco porta con sé concretamente il rischio di arrivare alla “desertificazione” della vita comunitaria: al cambio del parroco o alla formazione dell’Unità Pastorale la parrocchia stessa si trova priva di idee, di slancio e di proposte, priva di laici formati, preparati e disponibili ad assumere responsabilità importanti all’interno della stessa. Così pure, prediligere la presenza di movimenti e gruppi maggiormente dediti alla contemplazione e alla preghiera, assolutamente importanti, rischia però di chiudere la parrocchia rispetto a chi è più giovani, a chi ha bisogno di essere accompagnato a riscoprire il proprio cammino di fede e di impegno.
Una realtà come Noi Associazione, insieme all’Azione Cattolica, l’AGESCI o altre associazioni formative, può invece diventare il tessuto fondamentale di una parrocchia che scelga di guardare a un domani dove la minore presenza dei preti non sarà un problema, se ci saranno adulti capaci di essere guide e riferimento nel proprio territorio.
Credo quindi che investire in associazioni ben radicate nel tessuto locale e diocesano, accompagnare educatori, responsabili di Oratorio, catechisti e catechiste a vivere bene e in pienezza il loro compito sia un modo concreto ed efficace per progettare il futuro delle nostre comunità, un modo reale per costruire il volto della Chiesa di domani.
Don Matteo